Il cacciavite edizioni
a noi
Tu
appoggiato a me
ed io
a te
in questa vita
sotto la luna
nell’aria
sulla terra
vicini
vicino
ad altri
satelliti
nell’universo
noi
a farne parte
come loro
con l’umanità
in questi anni
per l’eternità.
Occhi del mio amato
come chiarori di seta dipinta
sguardo di tessuto pregiato
che mi avvolge
occhi sensibili come mani
che mi accarezzano
luce per le mie notti
lungo le vie dei silenzi
dove la mia vita sosta.
Narcisi e margherite
chiacchierano beati
con bianche pratoline
dal profilo rosato.
Stupendi muscari blu
intrattengono tulipani rossi
dentro il lavandino di pietra.
In fondo alla valle
parlottano uccelli
grandi e piccoli.
L'aria è di giallo e di viola
mentre gli azzurri ed i bianchi
che contornano le montagne
mi fanno più calda la vita.
Il paesaggio
è assolutamente bello.
Danzano i marroni degli alberi
in scenari di quiete
ed i verdi
sembrano gialli
e le foglie trasparenti.
La luce s'intrufola
fra gli arbusti
e non so cosa darei oggi
per essere erba di prato
fra il ranuncolo e la malva
fra il tarassaco e le viole.
La vita risplende di primavera
le campane
scandiscono un tempo felice
e la legna
ben allineata contro il muro
forma un quadro puro ed eterno.
Ora che ho veduto
che sbocciano di nuovo
certe violette di due colori
ora che ammiro quest'evento
dentro un vaso di terracotta
ora che il vuoto
è meno vuoto
perché ho come
delle specie d'immagini
a forma di viola e di luce
ora che ho negli occhi
questa vita rinnovata
io credo
credo proprio di farcela
a fare ancora qualche passo
che mi avvicini a Poesia.
La sera adagio i miei pensieri
sopra la mia stanchezza
li cullo un po'
guardandoli
da dietro le pagine di un libro.
Sono i soliti pensieri
senza capo né coda
ma con un grande centro
di speranza.
E poi
se chiudo gli occhi
vedo gli ulivi e gli eucalipti
e con i miei capelli il vento
intreccia parole di pace.
Un canto di pace
ecco
nel silenzio ho udito
un canto di pace.
Era forse un usignolo
sopra il ramo di un ciliegio?
O una madre
che addormentava il suo bambino?
O era la mia anima
in pace con se stessa
che suonava le corde
del mio cuore?
Oppure era la luce
d'alcune presenze
che si spandeva nel cielo
spostando le nuvole
a destra e sinistra?
Tutto questo?
O eri solo tu
che mi guardavi
come fai da sempre
dolce e forte
e innamorato?
Piove.
Le lacrime del mondo
toccano la terra
ed ognuno porta la sua sofferenza
dentro gocce trasparenti.
La pioggia si mischia
si mischiano le gocce
e l’umanità si parla
e si consola
e la nènia
è ninnananna
o canto di morte.
L’acqua entra nella terra
trova semi di piante e fiori
e l’umanità di nuovo
spera.
Sono sdraiata in una pozzanghera
come molti anni fa
rannicchiata
con le braccia che mi coprono il viso
la pioggia si mischia ai miei umori
e mi unisce al resto del mondo.
Divengo ancella di Prometeo
e m’abbandono
ai suoi abbracci di fiamma,
in inverno,
quando fuori fa freddo ed il ghiaccio
risplende nell’aria.
Mi piace scherzare col fuoco
perché ho una gran passione
per la fredda stagione.
D’inverno
si sta più vicini
si parla di più coi bambini
si gioca
si cucina
si legge
si ama di più
e ci vuol del coraggio
molto più che a maggio
ad uscire in camicia
sotto il cielo stellato
per affidare a qualche cometa
il segreto della prossima meta.
Leggere Poesia
è osservare la mente
mentre crea
cerchi concentrici
di meraviglia e partecipazione.
E’ necessario
abbandonarsi a Stanchezza.
Lasciare che essa
abbia il sopravvento
sui muscoli e sulla pelle.
E mentre nel cuore
scenderà come neve
ovattando odio e amore
nella mente
aprirà finestre di sogni
con amici che non sai
incontri diversi
miele
baci.
In quel momento
in cui cala Stanchezza
e non arriva Sonno
sei presente alla vita
come spettatore
e se tu lo volessi
sarebbe proprio quello il tempo
per ringraziare Dio.
Rinnovata quiete
in luce soffusa
con onde bianche e verdi
che attraversano la vita.
Sfumature di viola.
Sincera amicizia
con persone vere
semplicemente vicini
sullo stesso sentiero
a salire
alla medesima vetta
scaldati
dal medesimo raggio
partecipi
e liberi.
Così il nostro futuro.
Vorrei.
Oggi il cielo
è come il mio pensiero.
Oggi il colore del cielo
ed il mio sentire
coincidono.
Non si può dire grigio
non si può dire azzurro.
Si può forse dire sfumato
così macchiato di nuvole
ma non si può dire nuvoloso
e neppure sereno.
Un cielo così cosà
come i miei pensieri
che vagan qua e là
e fan molte virate
insieme alle rondini
che son ritornate
poche
e non sotto il tetto di casa
han fatto il loro nido.
Non più.
Mi piacerebbe che qualcuno
in dono mi portasse
una conchiglia.
Una conchiglia abbandonata
buttata lì dall’onda
quasi sotto una roccia.
Mi piacerebbe che qualcuno
l’avesse trovata
camminando in riva al mare
un certo mare
e vedendola
avesse subito pensato a me.
E chinatosi
e presala con le mani
certe mani
l’avesse messa in un fazzoletto di carta
e a casa
l’avesse spazzolata e lavata dalla salsedine
così da evidenziarne le striature
di madreperla argentata.
Poi giorni dopo
ritornando sui propri passi
ecco che m’incontra
e come se niente fosse,
con noncuranza,
ecco che mette una mano in tasca
una certa mano
e tolta la conchiglia
dal pacchettino di carta
una conchiglia con certe sfumature di mare
ecco che me la porge
dicendomi:
“Nunzia, mia cara, questa conchiglia è per te”
Stiamo vicini.
Amiamoci.
Guardami.
Soccorrimi.
Parlami di te
in quale Dio credi
cosa fai di sabato
come seppellite i vostri morti
quale cibo prepari
per un giorno di festa
verresti con me
a visitare una mostra di quadri
mi insegneresti a dire grazie
nella tua lingua
grazie o scusa e ciao
qui si sta stretti ma è la mia vita
è la mia gente
e poi cosa importa
quando hai la mente che spazia
ed il cuore che si offre
cosa vuoi che importi
una pelle o una lingua diversi.
Ti voglio bene.
Cammino
non corro
verso la meta.
Perché sarà quel che sarà
sarà quello che deve essere.
Mi abituo a visioni anche di morte.
La guerra gli incidenti la malattia.
Non sono un film.
Il bambino senza braccia è vero
è saltato su una bomba intelligente
che, infatti, ha mirato alle braccia.
I barconi di cadaveri sono reali
ed io
non ho la forza per mutare
trasformarmi albero
non più donna sorella d’altra donna
non più così responsabile
non possiamo
continuare
anche noi
dobbiamo.
Fare cosa?
Un profumo che è quasi tutto.
La mente pare allargarsi
alla ricerca di quel tempo
che ritroverò domani.
Aspettami
largo e splendido
campo di lavanda
sarò pietra fra le tue zolle
farfalla fra i tuoi fiori
respiro fra le tue foglie
attendimi
e sappi accogliermi
quando infine
bacerò la tua terra.
Sono felice
che ci sia un luogo
sulla terra
dove, ne sono certa,
potrò abbandonarmi
a seguir virtute e conoscenza.
Sono così contenta
che tu esista
che vorrei i capelli blu
e la pelle lilla.
Quando rimaniamo soli
dovremmo ascoltarci
per scovare dentro di noi
quell’insieme di ricordi
e pensieri positivi
ed occhi dentro gli occhi
e parole buone
in strade che si sono incrociate
riserva
di colori complementari
sorrisi gratisabbracci disinteressati
carezze
baci
tocchi
arrivederci a presto
non ti dimenticherò mai
auguri per tutto
e viva le Stelle.
Una tazzina da caffè
nient’altro
che una tazzina… di caffè.
Eppure
sopra il piattino bianco
è disegnato il mondo
e quando sorseggiamo il caffè
io e te
solleviamo la tazzina
e navighiamo e voliamo e viaggiamo
e conosciamo.
Una tazzina di caffè
apre le parentesi.
Io amo
le tazzine da caffè
e amo anche te.
Il blu
di una maiolica inglese
d’inizio ottocento
paesaggi di colline
con ponti e torrenti ed alberi
profondità
scene di sogno
di una notte di mezza estate
ed ancora
porcellana bianca
alzatine e castellane
ambrogette e pepaiole
vasi e statuette
marli di piatti e manici di tazzine
oggetti di nessun valore
o pezzi d’antiquariato
passati
passati nelle mie mani
perché rotti o ammaccati
e così, mentre li osservo
penso come fare
con resine smalti e colori
per ricomporre il ricordo,
per ricreare quella continuità
fra ciò che è stato e ciò che sarà.
Mi fa tenerezza
la mia scatola d’acquarelli.
I colori sono intensi
un po’ confusi l’uno nell’altro
messi lì dall’iride
verso sera
come dopo un temporale.
In quei giorni di pianto
per certa vita che se n' andava
facevo dipinti di lacrime.
Asciutti
rimaneva come del sale
fine
a graffiare la carta
come certi ricordi
che mi graffiano l’anima.
Un rametto d’agrifoglio
con bacche rosso corallo
fra le eriche sotto la neve.
Dovremmo ringraziare il cielo
di questo dono bianco e rosso
in un paesaggio rinnovato.
Dovremmo credere in Dio per questo.
La neve
è anche dolce e lieve
come certe carezze
d’amore
come alcuni baci
sottili.
I fiocchi volteggiano
buoni
e cadono sulla terra
a nascondere certi segreti.
Ora andrò
e scaverò più a fondo
per trovarne qualcuno.
Sotto la neve pane
sotto la neve primule gialle
e bacche rosso corallo.
“Per favore
puoi passarmi un pezzo di pane?
Ecco, prendi.
Grazie”
Parole ripetute
miliardi di volte
al tavolo della Terra
semplici e belle
profumate di lievito,
d’acqua e farina,
antiche come il Mondo
suoni di bocca umana
dalle tue labbra rosa
alle mie mani bianche
dalle mie labbra viola
alle tue mani nere.
Luna, luna
rendi chiara la notte
ed aperto il cuore!
Tu
così lucente
sii anche generosa
fa che i buchi si illuminino
e con le tue braccia eterne
che circondano la terra
tienici lontano
dal molto nulla.
Il sole s’avvia al tramonto
fra i rami nodosi
del vecchio noce.
La poesia ritorna
come una folata
che fa volar via la malinconia
e spalanca certe porte
“chiuse per motivi personali.”
Il mio sentire
segue un andamento
come di nostalgia.
Il cane Neve
dorme qui vicino.
Io ascolto la sera.
Attendo vivendo
dicendomi
non cesserà subito il mio respiro
e se avrò fede
verrà un tempo in cui
pensiero e vita
coincideranno.